Parodontite: una nemica da non sottovalutare

Ciao a tutti,
quest’oggi vi vorrei parlare della parodontite o piorrea. Nomi dal suono minaccioso per una malattia che colpisce più della metà degli italiani e che, nella sua forma più grave, è una delle cause principali della caduta dei denti.
Ebbene sì, il vostro sorriso potrebbe non essere più a 32 denti a causa sua. Ma di chi è la colpa per la paradontite? Vostra, se scegliete arbitrariamente di trascurare l’igiene orale! Ho voluto fino a qui esagerare i toni per attirare la vostra attenzione sul problema principale, cioè che troppe persone non hanno a cuore la propria bocca!
Il nostro cavo orale va curato ogni giorno ed è fondamentale dedicargli il giusto tempo con alcuni preziosi alleati: spazzolino, dentifricio, filo interdentale e collutorio. Bisogna farsi aiutare da questi “fantastici 4” per prevenire non solo la parodontite, ma anche tante altre malattie.
Però sono qui a scrivere proprio della piorrea, quindi in primis vi voglio spiegare che cos’è: un’infiammazione delle gengive che, se non curata, porta alla distruzione dei tessuti sottostanti compromettendo la stabilità dei denti.
La malattia può essere causata anche da interventi odontoiatrici eseguiti in modo non corretto ed eccesso di tartaro, oppure essere una conseguenza di alcune patologie tipo diabete, neoplasie, carenza di vitamina C e tabagismo.
Detto questo mi preme ricordare ancora una volta che se non si presta attenzione alla flora batterica del cavo orale aumentano considerevolmente le possibilità di soffrire di piorrea. Alcune persone, più di altre possono essere predisposte a causa di fattori ereditari. Proprio così, la genetica ha purtroppo sempre il suo peso! Ma non bisogna farsi scoraggiare neanche in questo caso, rivolgendosi al momento giusto ad un professionista tutto è risolvibile!
Vi starete chiedendo: “come faccio a sapere quale è il momento giusto?” Semplice: tenendo d’occhio i sintomi che si possono manifestare. Il più comune è sicuramente il sanguinamento delle gengive che inizia sotto stimolo e successivamente diventa spontaneo. Altri campanelli d’allarme possono essere: ascessi paradontali, recessione delle gengive, mobilità dentaria e alitosi. I batteri che provocano l’alito cattivo, sono i grandi nemici della nostra bocca e sono infimi perché vanno ad accumularsi nello spazio che si forma tra il dente e la gengiva e creano il tartaro. Da veri professionisti, i batteri sanno come e dove colpirci, ben “consci” che per noi è impossibile contrastarli con l’igiene orale in spazi così angusti. Se li lasciamo alimentare, ci sono grandi possibilità che si arrivi all’ascesso o alla mobilità citata in precedenza e in questi particolari casi significa che la perdita di tessuto è già in stato avanzato. La velocità in cui tutto questo può avvenire dipende da caso a caso e anche la sua intensità è soggettiva.
Se avete capito di soffrire di questa malattia, come in ogni battaglia che si rispetti è fondamentale che conosciate il vostro nemico. Un nemico subdolo che si può presentare in diverse forme, ma che in ogni caso potete fronteggiare grazie all’aiuto di un grande amico: il vostro dentista.
Una di queste forme è la parodontite cronica. Questa variante è possibile che si manifesti già durante l’adolescenza sotto forma di gengivite che peggiora in tempi lunghi, sfruttando la riduzione delle difese immunitarie. La perdita dei tessuti è infatti molto lenta e il cavo orale può presentare numerosi depositi di tartaro e placca. Utile ricordare che per i tabagisti è molto più facile contrarre questa tipologia di piorrea. Quindi, non mi stancherò mai di ripetervelo: non fumate! Anche qui, il fumo favorisce cosa può provocare danni al nostro corpo. La reale gravità della parodontite viene infatti celata dal fumo a causa della sua capacità di attenuare i sintomi dell’infiammazione.
Un’altra forma in cui si può presentare è quella aggressiva, per molti versi simile a quella cronica, ma che ha la caratteristica principale di colpire principalmente gli incisivi e i primi molari.
L’ultima forma di parodontite è quella ulcero-necrotica, contraddistinta da margini gengivali e papille ulcerate e necrotiche (come dice il nome). Solitamente si manifesta assieme a malattie sistemiche come tubercolosi, leucemia e AIDS.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, vi interesserà sicuramente sapere come ci si cura. Per i casi meno gravi sono sufficienti trattamenti di detartrasi e sedute mirate a rimuovere la placca e il tartaro sotto gengivale. Per gli altri è probabile che si debba ricorrere alla chirurgia. Possono essere necessari interventi di plastica gengivale, di rimodellamento osseo oppure di tipo rigenerativo. La terapia farmacologica (spesso antibiotica) è richiesta nei casi di parodontite aggressiva e ulcero necrotizzante.
Ora vi lascio ad altre letture più avvincenti, ma ne approfitto per ricordarvi che sicuramente tornerò sull’argomento in uno dei prossimi articoli.
Un sorriso,
il vostro dentista per la vita