Recessione gengivale: una ritirata che fa male al sorriso

Ciao a tutti,

lo so che potrei risultare monotono (speriamo di no!), ma anche oggi lo spunto per un nuovo articolo mi è arrivato da uno dei miei figli. Domenica scorsa ho infatti passato tutto il giorno con loro e tra merende infinite, duelli con le spade laser e dialoghi surreali con amici-giganti immaginari, mi è capitato di vedere l’episodio di un cartone in cui l’orsacchiotto protagonista, tra le altre cose, si lavava i denti compulsivamente e in modo completamente sbagliato! 

Chiaramente i miei figli mi hanno subito fatto domande vedendomi particolarmente interessato a quella scena: “Cosa non va papà?”, “Non si sta lavando bene i denti?” e “Così si fa male?”. Ecco, con quella domanda non ho potuto fare a meno di pensare alla recessione gengivale!Lo so, lo so…sono malato di lavoro! Ne prendo atto e vi parlo di questo spostamento del margine gengivale di cui soffrono molte persone. 

Spesso la recessione gengivale viene chiamata “ritirata delle gengive” ed è una patologia abbastanza comune. Lo spazzolamento è proprio una delle prime causa della ritirata: l’utilizzo scorretto dello spazzolino e le setole non adatte sono fattori scatenanti. Non dimentichiamoci che se i tessuti risultano traumatizzati da una tecnica sbagliata di spazzolamento ne risentirà anche l’igiene orale

Chiaramente diventa difficile pulire denti e gengive e così i batteri possono proliferare fino a causare la gengivite. Se questa patologia non viene curata per tempo, inoltre, potrebbe evolversi in parodontite, la perdita del supporto osseo di cui vi ho già parlato in un precedente articolo. Meglio quindi non trascurare i vari sintomi che si possono presentare e recarsi per tempo da un dentista.

Tra le altre cause troviamo anche il diabete, il bruxismo, disturbi alimentari e persino i piercing. Ebbene sì, anche gli ornamenti tanto di moda oggi possono portare alla recessione gengivale. I traumi continui dovuti allo sfregamento del piercing posizionato sulla lingua o sulle labbra creano infatti lo stesso effetto di uno scorretto spazzolamento. 

Adesso vi starete chiedendo quali sono i sintomi della ritirata delle gengive e io sono qui per rispondervi! Solitamente è il lato estetico quello che ne risente di più: i denti sembrano più lunghi e cambiano la fisionomia del sorriso. Sempre dal lato estetico anche la colorazione dei denti risulta compromessa: il cemento risulta più giallo rispetto alla norma. 

Non dimentichiamoci anche del sanguinamento e del gonfiore delle gengive, dell’alitosi e sopratutto dell’ipersensibilità dentale. Chi soffre di questa patologia, infatti, percepisce fastidiosamente il freddo e prova dolore. 

Per curare e, ancora meglio, per prevenire la chiave è l’igiene orale. La pulizia dei denti risulta come sempre fondamentale e visto che la recessione gengivale si sviluppa sul lungo periodo bisogna ricordarsi sempre dell’importanza dell’igiene. Se la ritirata non è troppo grave si può risolvere la situazione con un’accurata pulizia effettuata sia da uno specialista che personalmente in ambito domestico. Se la situazione è grave e il tessuto è compromesso, invece, il dentista dovrà intervenire con la chirurgia parodontale. Le radici esposte verranno ricoperte da una porzione di tessuto gengivale e allo stesso tempo la gengiva verrà rinforzata.

Adesso sono sicuro che anche l’orsetto del cartone avrà capito che lavarsi i denti nel modo corretto è la cosa giusta da fare! Spero di esservi stato d’aiuto e vi saluto fino al prossimo articolo.

Un sorriso,

il vostro dentista per la vita