La protesi mobile per un sorriso che rimane fisso (nella mente)!

Ciao a tutti,
dopo una lunga giornata in studio, sentivo proprio la necessità di rilassarmi un po’ e allora ho deciso di andare a trovare i miei genitori. Che bello passare del tempo con loro e vederli così spensierati in campagna, alle prese con la cura dell’orto e le lunghe passeggiate con il cane! Stupendo anche poter ammirare il loro sorriso: un sorriso che per mia madre è così smagliante per merito di una protesi dentale.
Proprio per questo motivo mi è venuta voglia di raccontarvi qualcosa in più sulle protesi e in particolare su quelle mobili. Il loro compito è quello di riabilitare le funzioni orali delle persone a cui mancano, parzialmente o totalmente, i denti attraverso la sostituzione dei denti naturali con elementi artificiali. La protesi dentale, in alcuni casi, può essere utilizzata anche per correggere anomalie funzionali in aggiunta a quelle estetiche di forma, posizione o colore dei denti naturali.
La protesi fissa è formata da manufatti stabili e definitivi che non possono essere rimossi dal paziente, al contrario della protesi dentale mobile che può essere tolta facilmente sopratutto per favorire l’igiene orale quotidiana. Chi sceglie questa tipologia di protesi per sostituire una parte o l’intera arcata dentaria può richiedere inoltre un’ulteriore stabilità attraverso interventi mini-invasivi effettuati con tecniche assolutamente non traumatiche.
La protesi mobile può essere parziale, totale o combinata (come nel caso di mia madre). La prima è formata da una struttura metallica (scheletrato) ancorata ai denti naturali residui con dei ganci e per mezzo di attacchi agli impianti. Grazie agli attacchi, la stabilità funzionale e masticatoria raggiunge un ottimo livello.
Quella totale, invece, sostituisce una o entrambe le arcate dentarie poggiando sull’osso e le mucose del paziente. La protesi totale in resina è una soluzione più economica e sicuramente meno complessa delle altre, ma l’efficacia masticatoria risulta ridotta, se paragonata a quella ottenuta con la parziale e la combinata, e la sua stabilità è compromessa dal graduale riassorbimento osseo. È comunque garantita la validità anallergica, estetica e funzionale del risultato grazie all’impiego di materiali innovativi.
Infine vediamo che cosa è la protesi combinata. Questa tipologia di protesi, attraverso il supporto di denti o impianti in titanio ostointegrati, riabilita l’efficienza dell’arcata dentaria. La sua peculiarità è quella di essere stabilizzata da dispositivi di ancoraggio che le garantiscono una funzionalità prolungata nel tempo. Questi dispositivi sono fissati a perni artificiali per fare in modo che la forza masticatoria non scarichi sui denti rimanenti, così da non rischiare di comprometterne la stabilità e sopratutto la salute.
Per completezza, nonostante abbia dedicato articoli specifici a questa soluzione, faccio un accenno anche alla protesi fissa su impianti. In questo caso vengono inseriti chirurgicamente dei pilastri in titanio che ancorano i denti in modo definitivo. Questi sostegni artificiali possono sostituire sia un singolo dente che intere arcate e il loro inserimento permette di preservare la salute dei denti ancora presenti e garantirne la saldezza.
Mi preme sottolineare che qualsiasi tipo di protesi venga scelta, l’importante è che questa soddisfi tre caratteristiche precise: deve resistere nel tempo, deve ristabilire le regolari funzioni masticatorie e fonatorie e deve restituire la bellezza del sorriso donando un effetto naturale alla dentatura del paziente.
Ora che vi ho raccontato in maniera un po’ più specifica che cosa sono le protesi e quando vengono impiegate passo velocemente a descrivervi come vengono realizzate.
Oggi, viene proposta un’innovativa modalità di impronta dentale per realizzare i calchi che l’odontoiatra impiegherà per realizzare la protesi: l’impronta digitale. In questa fase viene prima effettuata una scansione intraorale tramite un dispositivo digitale ottico e poi eseguita un’elaborazione dei risultati da parte di uno scanner 3D. L’elaborazione ottenuta viene inviata ad un fresatore che si occuperà di realizzare la protesi finale. L’impronta digitale ha un duplice vantaggio: è rapida e non invasiva per il paziente e fornisce immediatamente un risultato corretto e preciso al dentista.
Dopo questa parentesi “futuristica”, torno alla mia spensieratezza “bucolica” e vado a godermi ancora un po’ il sorriso dei miei genitori.
Alla prossima!
Un sorriso,
il vostro dentista per la vita